GENERALE PINO DOMENICO - PELUSO VITTORIA E ROSA ( famose ballerine )
La storia del Generale ( Conte ) D. Pino e' zeppa di avvenimenti, di battaglie e di patriottismo, interessantissima
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Vittoria Peluso - detta La Pelusina - Ballerina - Milano 1756 +Turano Lodigiano Palazzo Calderari 7-4-1828 - tumulata nel cimitero del paese - figlia di Francesco ( nel testamento Ferdinando ) Peluso di Crotone Benedetta Savioni coniugata nel 1783 con il marchese Bartolomeo Calderara proprietario di villa D'Este e nel 1808 convolata a nozze con D. Pino.
Vittoria Peluso ,gia' ballerina al Teatro della Scala, in coppia con la sorella Rosa, che recitava la parte comica del duetto, si coniugo' con il gen. Pino, a lei si deve, in onore del marito, la costruzione di un piccolo forte nel giardino della dimora in ricordo delle fortezze conquistate dal Pino. La Peluso come suo rappresentante per la stesura del contratto di vendita nel 1814 della residenza di Cernobbio alla Principessa del Galles Amalia Brunswick designo' Alessandro Volta, e per l'occasione le cambio' il nome da Villa del Garrovo a Nuova villa D'Este. La Peluso cesso' di esibirsi nel 1782 al Teatro alla Scala.
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Dopo qualche tempo si e' venuti in possesso del documento di testamento di Peluso Rosa e scorrendolo ci si e' resi conto che la ' Pelusina' convolo' a nozze una terza volta con un certo CURTI e la sorella Rosa, nel devolvere dei beni alle nipoti Curti, figlie della Vittoria Peluso, elargiva cifre superiori a Maria ma non se ne specifica il motivo, inoltre come legataria e' indicata anche una certa Silva maritata Scaramuzza.
( frammento del documento di seguito )
PELUSO ROSA, nelle volonta' espresse il desiderio di essere tumulata nel Cimitero Monumentale di Milano
IL FRONTESPIZIO DELLA SUCCESSIONE E ' RIPORTATO COME GRAFICO GENEALOGICO E SONO STATI INSERITI, NOMI E TITOLI, PER AVERE IL 'QUADRO' COMPLETO
Peluso Ferdinando, padre della Pelusina, durante le 5 giornate di Milano venne catturato ed usato come ostaggio, venne legato alla bocca di un cannone con miccia accesa, ma mentre trasferivano i prigionieri in Emilia Romagna a Marignano il medesimo riusci' a liberarsi e scappare.
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