USANZE OPERAIE
Gli anni '50 e '60 furono gli ultimi di un'epoca di persone magre, non c'era quasi nessuno in sovrappeso, si iniziava a lavorare in giovane eta' e nell'ambito dell'occupazione e le aziende che non avevano il servizio mensa per i propri dipendenti erano gli stessi dovevano provvedere a loro spese a reperire il companatico recandosi prima al panificio per la 'michetta' e successivamente dal salumiere per farsela farcire.
Nei quartieri operai le rivendite erano abbastanza numerose e l'insegna che campeggiava su tutte era POSTERIA, in generale i gestori di queste attivita' erano disordinati ed un po' sporchi e mentre erano intenti a preparare panini ogni tanto entravano salariati occupati nelle ditte artigiane della zona che si ponevano davanti al bancone e sferravano un paio di calci alla base dello stesso esclamando in dialetto : un etu cioe' un etto, ovviamente si capiva che il gesto presso i salumieri fosse un fatto consolidato perche' provvedevano subito a preparare un tramezzino dall'imbottitura traboccante che consegnavano al ciompi ricevendone il dovuto che consisteva in 25 o 30 lire.
Il ripieno del sandwich in genere costava tra le 50 e le 70 lire ma non quella richiesta dagli abitudinari frequentatori dell'esercizio ed i diversi clienti presenti erano al corrente che l'azione fosse un segnale usato dai lavoratori che per non far capire delle loro scarse disponibilita' economiche e utilizzavano quella mimica tipica del proletariato per indicare che desideravano un etto di alimenti di sottobanco e scarto ovvero i rimasugli di formaggi e salumi, residui che cadevano dalla macchina affettatrice e che sarebbero diventati il loro pranzo.
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