LA BOVISA - mai raccontata


                  LA BOVISA

In ogni discussione sulla malavita, mafia, ci si indigna e lamenta scordando che furono alcuni  nostri concittadini settentrionali a permettere che questa forma di crimine attecchisse.
Negli anni '50/60, il quartiere Bovisa, come tutti gli altri, aveva la propria questura con due ingressi, uno secondario in via Andreoli ed il principale in via Candiani al 114 ed un po' piu' avanti al n. 120, in fondo al cortile c'era l'officina del signor Alcibiade nato in provincia di Varese nel 1922 il quale ufficialmente dava come professione, tornitore.
Il  signor Alcibiade ogni tanto assumeva delle persone, lo strano e' che erano sempre, e solo pregiudicati meridionali.  ( e se si chiedeva il motivo di tale scelta di personale rispondeva : in bravi foiu e gh'an bisogn de lauraa ) ai quali con la scusa dell'occupazione veniva loro insegnato modificare armi, fabbricare canne da fuoco, questi individui rimanevano dagli 8 mesi ad un anno poi si 'licenziavano', il nostro tornitore, per il suo andirivieni da S. Vittore per rapine ed altro,  era conosciuto dalle forze dell'ordine che ogni tanto andavano a verificare come procedesse il lavoro e se il medesimo non stesse macchinando qualcosa.

Quando noti esponenti della malavita milanese si recavano a trovarlo, per ordinazioni di armi o per organizzare rapine, gli stessi parcheggiavano le auto in via Pantaleo e si avvicinavano all'officina a piedi cercando di non farsi notare mentre transitavano davanti alla questura, entrati si scambiavano  i convenevoli di rito poi veniva ordinato, in dialetto milanese, al garzone, va' dall'Alceo a vede' se podum bevv un cafe'?
Trad. andare alla trattoria adiacente e chiedere al gestore se si potesse andare a prendere un caffe' e si potrebbe pensare: come mai?
Era un modo per accertarsi che nel bar non ci fossero poliziotti che avrebbero potuto riconoscere malviventi o latitanti.
Ma quel cortile era troppo in vista allora l'Alcibiade si sposto' in fondo a via Baldinucci ma la zona era ancora in fase di spartizione e per evitare che qualcuno si avvantaggiasse a scapito di altri come arbitro superpartes  era stato posto il sig. Artalli che acconsenti' al trasloco, il nostro lavoratore del tornio aveva due amici pregiudicati come lui ma fidati, un  negoziante di nome Giorgio, proprietario di negozio che ogni mattina andava a bere il caffe' al bar di fronte in Piazza Bausan con un ghepardo al guinzaglio e Franco Riva, un vero delinquente che oltre ad essere un rapinatore faceva prostituire moglie e figlia, il medesimo portava sempre con se' due pistole non esitando ad usarle alla bisogna e faceva le veci di guadaspalle all'Alcibiade. Erano gli anni nei quali la mafia appoggiandosi alla malavita locale comincio' a sostituirla e radicarsi al nord.
Quindi in Piazza Bausan angolo Baldinucci comparvero i primi venditori ambulanti di scarpe ed inizio' cosi' il controllo fisico delle persone e delle attivita', ogni quartiere ebbe i propri mercanti di scarpe (scarpari), i negozi cominciarono a subire piccoli incendi, furti con scasso, saracinesche divelte e intimidazioni inoltre molti cambiarono gestione, ogni tanto presso i banchi di scarpe giungevano auto dalle quali scendevano persone e tra esse ed i commessi avvenivano furiosi alterchi, e la scena era sempre la stessa un individuo correva al bar per telefonare ( non c'erano i cell. ) e dopo un po' a tutta velocita' arrivavano quelli  di Piazza Lima che erano il Pronto Intervento della mafia con armi sotto i teloni e pronti all'azione, comunque un giorno l'Alcibiade venne arrestato in via Verita' per possesso di arma con matricola abrasa e venne tradotto a S. Vittore, ma prima di finire nelle patrie galere fece quello che tutti quelli come lui facevano e cioe' affido' il gruzzolo ai  'banchieri di S. Vittore' affinche' lo custodissero.
Anche se ben vestiti i 'banchieri di S. Vittore'  avevano un aspetto viscido gli stessi erano pseudo legali od avvocati mancati che stazionavano nei bar adiacenti al Palazzo di Giustizia, questi individui in realta' erano usurai ai quali i malviventi affidavano, in cambio di una percentuale mensile sul deposito, i frutti di furti o rapine cosi' il denaro, ( refurtiva) entrava per il periodo della condanna dell'affidatario, nel giro legale del 'banchiere' e non figurava nei beni del malfattore, cosi' se scoperto ed arrestato,  il reo non possedendo nulla alla luce del sole non doveva rifondere o restituire il maltolto, erano come i bancomat di oggi,  con deposito e prelievo ma costavano piu' degli istituti di credito e molto piu' rischiosi.
Molti di questi usurai coinvolsero le mogli nei loro affari perche' essi stessi a volte finivano nei guai con la giustizia e quando andava bene finivano al 2 ( piazza Filangeri ), perche' qualche 'correntista' non trovando soddisfacente il servizio offerto chiuse il conto ... al banchiere. 
Anche i venditori di libri usati con le bancarelle che stazionavano nelle strade della citta', quello di via del Lauro era stato convictus con l'Alcibiade il quale si recava spesso a confabulare con il medesimo, esercitavano oltre al commercio di volumi comuni anche l'attivita' di prestatori ad usura essendo tutti pregiudicati non sarebbero stati assunti da nessuno quindi erano le uniche professioni che avrebbero potuto svolgere,  ma anche disposti ad essere ingaggiati per altri lavori.  Scontato il periodo di detenzione l'Alcibiade si rimise in gioco nel mondo del lavoro, si affido' ad un falsario che gli ripuli' la fedina penale e con le credenziali a posto fu assunto a livello dirigenziale in una grande ditta, allora ubicata in via F. Testi.     E la Bovisa?  I Venditori di scarpe? 

Come dice la voce fuori campo di Pinuccio di Striscia : Tutto apposto !

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                                                               via Candiani 120 oggi


                                                     STORIE, TANTO PER SCRIVERE

L'adesione alla mafia avviene per conoscenze sia fuori che in carcere oppure indirizzati da individui, uno dei quali molto noto in via Stelvio, che adiacente  all'edicola ** della madre di Roberto C. possedeva una bancarella con vendita di scarpe ( anni '64/65 ), il medesimo ascoltava  i discorsi dei giovani, che frequentavano il bar di Franco P., delle loro poche disponibilita' di denaro li avvicinava e con fare amichevole cominciava a discutere per poi esordire che i soldi c'erano, bastava chiederli ai negozianti dichiarando :  Entri, mai armato, e racconti che sei povero e avresti  bisogno di denaro e se loro ti aiutassero tu saresti sempre a disposizione. Il tizio terminava dicendo che se gli interpellati avessero anche chiamato la polizia non succedeva nulla in quanto, niente armi ne minacce...   Ma il messaggio era stato recapitato e certamente recepito.


** L'edicola che era di quelle costruite in lamiera venne  colpita e semidistrutta  due volte, con il metodo usato per le attivita' commerciali che davano su strada, una di mattina  la successiva di notte da auto che giungendo in velocita' da via Stelvio piombavano schiantandosi su di essa, con gli occupanti che scendevano precipitosamente dileguandosi tra la folla, tutti gli abitanti della zona immaginavano il perche'  di tali episodi,  e si comprese che si era giunti ad un accordo quando venne installata la nuova edicola prefabbricata.  Anche i proprietari del bar furono invitati ad aiutare due 'bisognosi' quando gli stessi si presentarono una sera, elegantissimi ed educatissimi ed il locale non subi' mai danni.  Era prevista anche la concessione a non 'sostenere' economicamente la causa ma bisognava diventare, parallelamente all'esercizio, un loro spazio di deposito o ritiro merci del tipo punto poste Amazon... 


                             I campi nomadi come rifugio latitanti

Molti latitanti, per sfuggire alla cattura, come soluzione sceglievano di rifugiarsi in qualche campo nomadi in quanto gli stessi sono sempre stati disposti ad accogliere nuovi residenti dai quali poter trarre profitto, i fuggiaschi, veri malavitosi, sanno di recarsi in un luogo sicuro solo dipendente da accordi stipulati e variabili e  con prestazioni non proprio decenti,   l'ambiente e' lurido, privo di servizi e con l'affitto della baracca o della roulotte ad un costo di permanenza, settimanale o  mensile, come in un albergo a 4 stelle.  E' una credenza molto diffusa che nei campi rom non si paghi nulla ed ognuno puo' recarsi quando vuole, cio' non corrisponde a verita' perche' esistono gerarchie di controllo capillare alle quali rivolgersi per i vari pemessi.    La filosofia del campo ...: finche' ci pagano ed e' conveniente non si fa' nulla senno' si denuncia e si fa catturare, in ogni caso si ottiene un vantaggio.  Anche alcuni sfrattati per morosita' da abitazioni civili, pensavano : vado li' metto su' una baracca e sono a posto... ma...                   


                                Le Organizzazioni nelle Aziende

In quasi tutte le ditte  i malavitosi erano presenti  nelle categorie impiegatizie od operaie e le direzioni ne erano al corrente  conoscendone  i nomi ed i precedenti, quelli con trascorsi delittuosi e fedina penale macchiata venivano assunti come esterni (le famose Carovane) ed addetti alle operazioni di facchinaggio o confezionamento merci. Gli stessi cercavano di reperire beni o altro da trafugare per rivendere, alcuni di essi fecero assumere le  mogli come operaie e successivamente, dopo che vennero uccisi con colpi di arma da fuoco alla testa ( come F......e che discusse un ordine impartitogli ) su un treno notturno, vennero ingaggiati i figli, il tutto per mantenere la pace nelle aziende. Ma non erano gli unici, nelle fabbriche c'erano piccolissimi gruppi di estrema destra, dei quali tutti ignoravano l' esistenza gli stessi erano appartenenti al CRN - Comitato Rivoluzionario Nazionale che aveva la sede ( 1965 ) in Corso Buenos Aires a Milano proprio al piano sottostante dell'associazione Italia-Cina, il responsabile della sezione del CRN della citta' era un dirigente di una grande azienda di Varese , il rito di adesione all'organizzazione rispecchiava un cerimoniale patriottico con riferimenti alla difesa della nazione etc etc. Chi non fosse stato al corrente di tutto questo e non avendo chi potesse perorare ( con vari metodi ) la propria causa in caso di dissidio con le varie direzioni era totalmente in balia delle decisioni aziendali.


                                          1980 - La sala corse di Foro Bonaparte

Questa ricevitoria di scommesse di corse di cavalli era gestita da persone molto benestanti, proprietari di scuderie di maneggi etc. eleganti nei modi, educate con tutti, gentili e che retribuivano i dipendenti adeguatamente, parte del loro personale  non andava quasi mai a casa infatti  nel retro del salone della ricevitoria c'erano due locali, una cucina ed una stanza molto grande nella quale erano posti cinque divano letto per le cinque ragazze che uscivano raramente, lavoravano interrottamente dalle 10.00 antimeridiane alle 2.00 del mattino e quando erano stanche  si recavano nell'ambiente retrostante a dormire qualche ora ma  nell'arco di due anni  erano tutte proprietarie  di almeno un'appartamento od un'immobile.  Il loro lavoro consisteva, per evitare truffe, controllare i registri che contenevano le matrici delle scommesse effettuate ed ogni quarto d'ora suonava un campanello che  annunciava il cambio di volumi alle postazioni.   Al momento delle dimissioni facevano una grande festa perche' all'eta' di 22/25 anni, anche se con sacrifici avevano solide rendite ed erano economicamente indipendenti.  Per i gestori i problemi arrivarono in una sera di aprile, tre persone entrarono e crearono un  tale caos che la sala scommesse rimase chiusa per piu' di un mese e sulla serranda un cartello riportava:

CI SCUSIAMO CON LA CLIENTELASIAMO CHIUSI PER RISTRUTTURAZIONE DEI LOCALI - RIAPRIREMO AL PIU' PRESTO 

Riaprirono, ma dopo un paio d'anni o poco piu' chiusero per troppi problemi, ora c'e' un'asilo infantile privato.



Il Controllo del territorio

Se si abitasse in una cittadina alle porte di Milano e si fosse residenti in quartieri nuovi, abbastanza isolati e soliti tornare a casa a piedi in piena notte oppure quasi all'alba, ci sarebbero dei controlli, ma non delle forze dell'ordine, ma da persone che affiancandosi e sporgendosi dal finestrino di un'auto chiederebbero dove si stia andando e dove si risieda, se si abbia bisogno di aiuto od un passaggio. Gli stessi per verificare le informazioni  accompagnerebbero l'appiedato, accertatosi che tutto corrisponda a verita'  si verrebbe educatamente salutati e lasciati.  Questi mezzi nelle ore notturne percorrono incessantemente le strade, pattugliando di fatto delle zone circoscritte. Ripentendosi il fatto di rincasare a piedi e non ritenuti pericolosi curiosi, nel tempo all'incrociarsi si verrebbe salutati con un colpo di clacson . Mah!


Il Racconto

Come tutti sanno la Sardegna non conosce il fenomeno mafioso, in quanto sono i gruppi indigeni che controllano il territorio e per curiosita' si riporta un fatto avvenuto e raccontato  da : 
 Sebastiano C. impiegato alla ..E rep. CED

Quando Sebastiano in sala da ballo , 1966, conobbe una ragazza di Nuoro, citta'  della quale pure lui era nativo,  la stessa gli propose di andare a casa propria a conoscere i genitori quindi si recarono al domicilio della medesima. Dopo essere entrati ed convenevoli di rito il padre della giovane, un uomo arcaico con espressione truce,  disse a Sebastiano di sedersi e gli chiese:  Quante pendenze hai? E la fedina penale?  
Sebastiano  rispose : No! no! tutto in ordine, non ho nulla!
La risposta del genitore lo fece restare a bocca aperta, l'uomo con voce decisa disse:  
Per mia figlia devi essere disposto a tutto , rubare, spacciare ed oltre, ricordati! 
Mia figlia deve vivere da regina!
Il discorso fini' li',  dopo il caffe' si salutarono e Sebastiano sull'uscio diede un bacio alla ragazza assicurandola che si sarebbe fatto rivedere ma appena in strada penso': col c...o mi faccio rivedere


Il 'giro del latte e il giro della posta'

Negli anni '50 e '60 del secolo scorso, a Milano e nelle cittadine adiacenti,  era usanza che chi acquistasse il latte lasciasse un contenitore fuori dall'uscio di casa con l'equivalente in moneta corrispondente alla quantita' desiderata, il lattaio transitando in base al denaro cedeva la porzione, ma alcuni ladruncoli da quattro soldi percorrevano le strade appropiandosi del denaro creando spesso malintesi.
Era un'epoca di poverta' generalizzata, oggi molti stranieri e non fanno ' il giro della posta', si muovono per le strade impadronendosi della corrispondenza che fa capolino dalle caselle dei condomini o addirittura forzando le cassette postali e riempendosi gli zaini del contenuto, provocando un disagio ed un danno enorme ai cittadini.
Dopodiche' in ambienti appartati fanno una cernita,  tenendo per se' denaro o documenti validi per truffe  il resto se ne liberano strappandolo e lacerandolo gettandolo nei canali, a comprovarne il fatto oggi 15/12/2024, nel Naviglio Martesana sono evidenti residui postali per un paio di Km  e dalla pedonale si notano buste con indirizzi, bollettini, buste verdi del comune  etc. ( foto sotto ).















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