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Cova ( chi inizio la dinastia dei pasticceri ? )

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F 524 Nel leggere informazioni sulla pasticceria Cova di Milano ci si e' accorti che tutte riportavano le medesime cose e cioe' : che era sta fondata nel 1817, da un soldato dell'esercito napoleonico che si chiamava Antonio Cova. Non essendoci riscontri  di nomi e date il fatto ha incuriosito e quindi si e' deciso di fare una breve ricerca sui nomi dei Cova di Milano e dintorni, sperando che tra gli stessi ci sia il vero fondatore dell'azienda e la persona che sembra il piu' probabile candidato e' Cova Batta 1784 essendo l'unico che abbia ( e forse ci riusci' ) cercato di arruolarsi perche'nel sito dell'azienda si afferma  'fin dal 1817 soldato napoleonico'  Inoltre si nota  che gli elencati erano tutti negozianti, forse imparentati, ed  oriundi  in Milano  e forse fu Antonio di Vergiate il prosecutore dell'azienda in quanto aveva molteplici interessi oltre al luogo di residenza, anche in citta' , dove si trasferi' in u

Storia di una prostituta dell'800

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Quando Borghesi Marianna comincio' a stazionare sui marciapiedi aveva 10 anni ed era appunto tra i 9 anni in poi che le bambine venivano avviate al meretricio , si pensa fosse di fisico minuto, ed usarono il cognome in diminutivo, e che divenne anche il suo nome di battaglia 'la Borghesina'. Il motivo per il quale intraprese il mestiere non lo si comprende in quanto proveniva da una famiglia agiata , i registri riportano che era cittadina milanese e che si marito' a 15 anni con un uomo del quale non sono pervenuti i dati anagrafici e che probabilmente ne era anche lo  sfruttatore, la medesima compare in quasi tutti i rapporti di polizia dell'epoca, Marianna esercitava nel Casino del Borgo di Porta Comasina - Stretta degli Angioli al n. 1197 ( corso  Garibaldi il vicolo adiacente al cinema Fossati ) di proprieta' della Didona Rufiana ( testuale) cioe' colei che comandava la Baratteria e ne incassava i proventi e che si chiamava Ruta Francesca di anni 60, la

Carnevale

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M 101 Il martedì grasso, festa che conclude la settimana dei sette giorni grassi di Carnevale, nel passato in Milano era chiamato 'Onoranza del Bue Grasso' . Per esporre le carni, nel periodo del carnevale, i macellai dovevano avere una licenza. Regolamenti : V. Reg. Provv. 1387 /4/4 - Da non tagliarsi alcun pezzo di carne per vendere, se prima non si sia separato il quarto anteriore dal posteriore - vendendo la carne non se ne dia piu' di un pezzo. 1494/6/2 - Licenza ai macellai di tenere in Carnevale i loro banchi nella pe...( non leggibile ) I noltre, per motivi politici; nel carnevale del 1853 era vietato buttare coriandoli ed il  divieto risaliva al 1848

Milano Cisalpina

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M. 332 -----------  Nella Milano della repubblica Cisalpina regnava il caos, con i francesi che si comportavano da padroni, creando malcontento tra le truppe, i civili ed i contadini. I disertori dell'esercito della repubblica Cisalpina furono centinaia,  alcuni erano  volontari,  ma su ognuno veniva posta una taglia di scudi 3 o 6, secondo le modalita' a chi effettuava l'arresto, inoltre venivano affisse delle 'circolari'  stampate,  con descrizione dei connotati del reo. Di seguito si riporta un esempio. Stefano Castellani d'anni 23., di statura piedi 5., occhi, capelli, ciglia, e barba, neri,  viso tondo , naso acquilino, di Sesto Calende. Altri  dispacci diramati ad uso delle compagnie erano scritti in corsivo e riportavano anche il nome dei genitori, il giorno della diserzione, se si fosse appropriato di parte dell'equipaggiamento, etc. etc. ----------------------------------------------------------------- ---------------------------------------

Funerali in Milano

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M. 674 --------- Servizi mortuari  anno 1787 I Beccamorti, becchini e necrofori si chiamavano anche Colombetti e portavano un abito speciale. I carri funerari  erano chiamati carrettoni, le casse per il comune le costruiva quasi tutte Gioantonio Torriani, capo falegname. Le autorita' emanarono leggi che proibivano la sepoltura nelle chiese ed indicavano che i cimiteri dovessero  essere posti  fuori dall'abitato. I becchini erano soliti al riutilizzo delle casse da morto quindi venne promulgata una legge che ne vietava il traffico. Le 'ditte' di onoranze funebri  piu' quotate in quel tempo  erano : 1 - Giobatta e Giuseppe Varini e figlio 2 - Andrea Schieppati e il socio Giacomo Ponti 3 - Gaspare de Giorgi 4 - Pietro Orsini 5 - Carlo Pogliani ------------------------------------------------------------------------------------ Tassa per   i funerali, ed esequie divise nelle seguenti classi -------------------- Funerale di prima classe.                  

Monaca di Monza

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F. N . 843 ---------- De Leyva  - De Leiva - De Leva { Il cognome iniziale a dato origine ai derivati Leiva, Leyva, Leva. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 2 scritti d' archivio privi di data, riguardanti la Monaca di Monza, copiati e  riportati ==================================================================== 1°------ N. 1576 + dopo il 1630 ( ??) Per Suor Virginia Maria De Leyva figlia di Don Martino ( vedi retro la genealogia { non riportata} ) Detta la Monaca o la Signora di Monza Pare nata nel 1576 - nel 1594 a Monza faceva da Signora pel padre ( era gia" attempata sempre nel 1628, quando la mette in marca -  A. Ma nzoni ) # Nel capitolo dei Promessi Sposi di A. Manzoni , dove c'e' del vero e del romanzesco . I commentatori prendendo tutte le parole del romanzo manzoniano x Vangelo Storico hanno moltiplicato gli errori. V. Rosini - La Signora di Monza Chaslef  - Vir

PRINA GIUSEPPE

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Prina Giuseppe di Giovanni e Artagliati Giuseppina nato il 29/7/1776 Senatore e Ministro delle Finanze Trucidato e tracinato per le vie della citta' il 20/4/1814 Abitante in Contrada della Macelleria, vicolo dei Fiori al n. 1912 Sotto la Parrocchia di Santa Maria del Carmine e non domiciliato al Cordusio come viene riportato erroneamente. La casa del Prina precedentemente era del conte Sannazzari